Lo sport in carcere e il Covid-19 | ESA RN28, Society and Sport

Qual è il ruolo dello sport nella società contemporanea?

Un affondo sul ruolo dello sport in carcere, con la Dott.ssa Rossoni e il Dott. Scotti | ESA RN28, Society and Sport

La Dott.ssa Isotta Rossoni e il Dott. Andrea Scotti hanno partecipato al panel “COVID’S CHALLENGES TOWARDS SPORTS AND PHYSICAL ACTIVITY” con un intervento dal titolo “Sports deprived? Inmates’ experiences of punishment during Covid-19” nell'ambito dell'ESA (European Sociological Association) Research Network 28, Society and Sport.

L'intervento si è focalizzato sui risultati di 1 survey e 4 focus group condotti all'interno dell'Unità di Trattamento Intensificato per sex offender - gestita dal CIPM - della II Casa di Reclusione di Milano-Bollate. All'interno dell'unità, infatti, educazione fisica, yoga e meditazione sono parte integrante dell'intervento trattamentale. Durante il suo intervento, la Dott.ssa Rossoni ha evidenziato quanto, per i detenuti che hanno partecipato alla ricerca, lo sport elicitasse una serie di emozioni positive e come l'emergenza sanitaria da Covid-19 abbia avuto un impatto negativo sull'attività fisica e sportiva in carcere, portando alcuni detenuti a sperimentare maggiori livelli di stress e ansia. Sono state inoltre evidenziate criticità legate alle strutture, alla mancanza di un ambiente favorevole allo svolgimento dell'attività sportiva e alla distanza tra il carcere e il resto della società, elementi che influenzano le scelte dei detenuti rispetto alla pratica dell'attività sportiva nonché la loro esperienza sportiva complessiva.

Un ulteriore studio andrebbe condotto, a un anno dall'inizio della pandemia, per verificare la validità dei risultati ottenuti e per approfondire il ruolo giocato dallo sport nel supportare la reintegrazione dei sex offender.

Alcune testimonianze dei partecipanti allo studio

Violenza sulle donne e fiction tv di Raiuno: intervista alla Dott.ssa Garbarino | 27esima ora

"Violenza sulle donne e fiction tv di Raiuno: troppi episodi che raccontano false accuse. Storie di (cattivo) servizio pubblico"

"(...) su quattro fiction targate Rai (...) andate in onda a partire dal gennaio 2021 ad oggi, tre di queste, cioè quasi tutte, hanno messo in scena all’interno della serie un episodio in cui si racconta un finto stupro o una finta molestia, ovvero una storia dove una donna lancia un’accusa di violenza che poi si rivela falsa o comunque diversa da come lei la racconta alla polizia." si legge nell'articolo.

La Dott.ssa Francesca Garbarino, criminologa clinica e vicepresidente CIPM, ha spiegato dove sta la pericolosità di questa narrazione, ricordando che «Gli uomini che hanno commesso violenza soffrono spesso di distorsione cognitiva, hanno una visione deformata dei fatti, minimizzano le loro azioni, si sentono loro stessi vittime delle donne che li hanno denunciati e di giudici accondiscendenti. Le storie narrate in queste fiction assecondano questa visione. E la amplificano trasmettendola a un pubblico vastissimo. La fiction contribuisce a costruire la percezione della realtà sociale che ci circonda ma in questi casi trasmette una percezione distorta. Come quella dei violenti».

E l'articolo prosegue: "Per semplificare, che messaggio stiamo mandando al pubblico (...) davanti alla tv? Che spesso le donne mentono quando si tratta di violenza. Che di fronte a denunce di violenza o di molestie facciamo bene a dubitare. Perché nella maggior parte dei casi sono false. Non è vero. Può capitare e capita, ma sono davvero la punta di un iceberg."

«Le donne vittime di violenza, fanno fatica in primis a riconoscersi come vittime. Anche loro, come i loro persecutori, hanno spesso una visione distorta del reale. Il tema “è la mia parola contro la sua” è ancora molto forte, perché hanno paura di non essere credute. L’aiuto di cui queste donne, ma direi tutte le donne, hanno bisogno oggi è anche culturale. Il servizio pubblico televisivo gioca un ruolo importante. Ma con queste narrazioni tv fa esattamente l’opposto» conclude la Dott.ssa Garbarino.

Per leggere l'articolo completo clicca qui.


Covid-19, sport e detenzione

Covid-19, sport e detenzione

La Dott.ssa Isotta Rossoni e il Dott. Andrea Scotti parteciperanno al panel "COVID’S CHALLENGES TOWARDS SPORTS AND PHYSICAL ACTIVITY" con un intervento dal titolo "Sports deprived? Inmates’ experiences of punishment during Covid-19".

26 marzo 2021 ore 13:30
Ecco il link per partecipare: https://meet.google.com/pxe-edtc-feq 


Violenza di genere: intervista al Dott. Giulini | Archè

Violenza di genere: intervista al Dott. Giulini | Archè

"Quando si parla di violenza di genere, sono due gli atteggiamenti prevalenti: o si minimizza la gravità di quanto accaduto o ci si concentra solo sulla vittima. L’impegno del CIPM invece sembra arrivare prima, con la prevenzione, e dopo, con il recupero degli autori della violenza" si legge nell'introduzione all'intervista realizzata da Archè al Dott. Paolo Giulini, criminologo clinico e Presidente CIPM, per approfondire il tema della violenza di genere nell'ambito del trattamento degli autori.

"(...) da parte dell’autore manca spesso una presa di coscienza della gravità e della lesività dei suoi comportamenti. E ciò si manifesta nella tendenza a spostare la responsabilità di quanto successo sulla vittima stessa, favorendo così anche una reiterazione degli stessi atti violenti" spiega il Dott. Giulini.

E prosegue: "Una volta che  qualcuno entra nel campo del trattamento, noi continuiamo a occuparcene e chiediamo non tanto la disposizione al cambiamento quanto l’impegno e la disposizione al trattamento. Non siamo lì per cambiare qualcuno, quanto per assicurare la messa in sicurezza di chi con questa persona ha e avrà a che fare. E ciò accade a partire da una piena presa di coscienza dei danni che l’autore ha causato e può causare. Siamo lì ad aiutare queste persone (...) a ricostruire un senso della loro vita, a partire dalle loro fragilità, nella speranza di favorire un maggior benessere nelle loro relazioni interpersonali. A beneficio, anche e soprattutto, della sicurezza delle vittime."

Per leggere l'intervista sul sito Archè, clicca qui.

 

 


Il Dott. Paolo Giulini al corso di formazione sulla violenza di genere del Comitato Pari Opportunità dell'Ordine degli Avvocati di Udine

All'interno del Corso di formazione in materia di violenza di genere organizzato dal Comitato Pari Opportunità dell'Ordine degli Avvocati di Udine, il Dott. Paolo Giulini è intervenuto in merito al delicato tema della prevenzione delle violenze nelle relazioni strette attraverso la messa in sicurezza delle vittime vulnerabili e il trattamento dei violenti, sia in una prospettiva di prevenzione primaria, prima del penale, che con la prevenzione secondaria e terziaria tra carcere e territorio, con interventi di criminologia clinica, strumenti di Giustizia Riparativa.

"Noi crediamo che la commissione di un reato, soprattutto di natura relazionale o sessuale, costituisca l'apice di un percorso di vita tormentato, tanto per la vittima, che è chiamata ad affrontarlo nel presente e nel futuro, quanto per il perpetratore, che non è stato in grado di gestirlo nel presente, e presumibilmente nel passato, e chissà se nel futuro lo sarà (...). Entrambi necessitano di un sistema di tutele in grado di aiutarli a raccogliere le risorse per riprendere il controllo sulla propria vita, indirizzata in una giusta direzione" ha affermato il Dott. Giulini rispetto alla necessità della presa in carico di autori e vittime.

Nel fornire interessanti riferimenti normativi all'interno dei quali viene portato avanti il lavoro trattamentale, il Dott. Giulini ha illustrato l'operatività del Presidio Criminologico Territoriale - dove gran parte degli invii vengono effettuati proprio da parte degli avvocati difensori dei soggetti -, dell'Unità di Trattamento Intensificato della II Casa di Reclusione di Milano-Bollate e, ancora, degli interventi previsti dall'applicazione del Protocollo Zeus in materia di ammonimento per stalking, cyberbullismo e maltrattamenti.

Il Dott. Giulini è poi passato ad illustrare il concetto di "campo del trattamento", un percorso che parte dal trattamento dell'autore in fase processuale, fino a seguire la persona durante l'esecuzione di pena (detentiva e non) e dopo l'esecuzione di pena. "I nostri utenti stanno all'interno di questo campo con la sensazione di un buon contenimento, un contenimento benevolo, un rispecchiamento con le storie degli altri che sono in trattamento [nel lavoro di gruppo] e un riferimento al nostro sapere clinico. E questo tipo di campo funziona perchè in un certo senso permette di attivare la domanda (...), crea un'alleanza e una motivazione di lavoro (...), soprattutto attraverso il dispositivo trattamentale dei gruppi, che è quello più efficace" ha ricordato il Dott. Giulini.


Stalker e trattamento | Il Giornale: intervista al Dott. Giulini

"La falla nel sistema giudiziario: gli stalker liberi di diventar incubo" | Il Giornale, 20/02/2021

Condividiamo con piacere alcuni passaggi dell'intervista al Dott. Paolo Giulini, criminologo clinico e Presidente CIPM, realizzata da Il Giornale in merito alle caratteristiche degli stalker e all'intervento possibile.

 🔎 Chi è lo stalker, quali caratteristiche e meccanismi lo contraddistinguono 

"(...) perseguitare la vittima costituisce un po' il mezzo per soddisfare la propria pulsione aggressiva, quando non è erotica. La condotta di questi soggetti non si manifesta attraverso una violenza effrattiva con lesioni del corpo, ma sadica nel rendere succube chi la subisce. Diventare l’incubo di chi viene perseguitato è la modalità dello stalker. Si tratta di un'aggressività bianca, fredda, spesso congelata. (...) Gli aspetti tipici emotivi dello stalker sono l’orgoglio, la speranza e la rabbia. L’orgoglio deriva dal fatto che lo stalker non vuole essere abbandonato. La speranza è legata all’illusione di mantenere un legame e la rabbia è il senso che emerge dall’abbandono e dalle sue conseguenze" ha spiegato il Dott. Giulini.

E prosegue: "Lo stalker, in particolare quando le persecuzioni avvengono nelle relazioni affettive, è generalmente incapace di fronteggiare un rifiuto in modo efficace, e dunque l'idea di rinunciare a qualcuno con cui ha avuto una relazione. Poi perseguita la vittima per alleviare questa angoscia, per riempire il vuoto o per sfogare la propria collera. Torniamo quindi ai tre aspetti: orgoglio, speranza e rabbia. Si evita la sofferenza prodotta dalla separazione attraverso la molestia inflitta. (...)". "Si tratta nella maggior parte dei casi di soggetti che non riescono ad accettare l’abbandono (...) e attuano una vera persecuzione nel tentativo maldestro di stabilire questo rapporto o vendicarsi".

Il Dott. Giulini ha inoltre ricordato quali sono i fattori che favoriscono e contribuiscono a determinare il passaggio all'atto persecutorio, come la pre-esistenza di patologie dell'attaccamento sviluppate durante la crescita, la perdita della relazione con una persona significativa (che poi diventerà la vittima) e l'attribuzione di colpa a quest'ultima rispetto alla chiusura del rapporto

🔎 La necessità di un trattamento

Rispetto al trattamento, il Dott. Giulini ricorda che si tratta di persone vulnerabili, ma non malate, che sono quindi responsabili delle proprie azioni e devono pagare la pena. "Però le loro vulnerabilità devono essere intercettate e trattate. Una volta che il sistema penale punisce queste persone, deve anche offrire loro dei percorsi specifici per trattare gli aspetti dello psichismo che hanno favorito questi comportamenti. Diversamente, scontata la pena, chi viene condannato per atti persecutori avrà ancora la convinzione di essere vittima e tornerà ad attuare quei comportamenti sbagliati. Il metodo più efficace per aiutare queste persone a comprendere come doversi comportare è il trattamento di gruppo. (...)".

 

 

Leggi l'intero articolo cliccando qui.

🔎 Ma lo stalker si rende conto di essere tale o no?
🔎 C'è una prevalenza di stalker maschili o femminili o si equivalgono?
🔎 Che differenza c’è tra il profilo maschile e quello femminile di queste personalità?
Ci sono modalità di azione differenti?
🔎 Gli atti persecutori si hanno solo nei confronti del partner?
🔎 La vittima come può affrontare uno stalker?


"Costruire un futuro per le donne vittime di violenza": l'intervento del Dott. Giulini

"Costruire un futuro per le donne vittime di violenza":
l'intervento del Dott. Giulini

Il Dott. Paolo Giulini, Criminologo clinico, Docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Responsabile del Presidio Criminologico Territoriale del Comune di Milano e dell'Unità di Trattamento Intensificato per autori di reato sessuale presso la CR di Milano-Bollate, Presidente CIPM, ha partecipato in qualità di speaker al talk "Rieducare, reintegrare, riabilitare: costruire un futuro per gli uomini autori di violenza", uno degli appuntamenti sul tema della lotta alla violenza di genere organizzati per rappresentare un momento di confronto che abbia come obiettivo il cambiamento culturale favorendo la conoscenza, il confronto e il dibattito sul fenomeno.

Talk realizzato nell’ambito del progetto “Costruire un Futuro per le Donne vittime di Violenza” sostenuto da “Per Milano Onlus”, in collaborazione con “Fondazione di Comunità Milano”.

 


Maltrattamenti e reati sessuali: intervista al Dott. Giulini a Radio Immagina

Maltrattamenti e reati sessuali:
intervista al Dott. Giulini a Radio Immagina

🔎 Chi sono gli uomini maltrattanti?

🔎 Che genere di interventi porta avanti il CIPM in ambito detentivo e sul territorio?

🔎 Su quali programmi di prevenzione sta lavorando la Cooperativa?

Ascolta qui l'intervista al Dott. Paolo Giulini, criminologo clinico e Presidente CIPM.

 

Radio ImmaginaPiazza grande - I femminicidi, plurale maschile
Puntata del 10 febbraio 2021


Eco di Bergamo | siglato Protocollo Zeus tra CIPM e Questura il 2 febbraio 2021

Eco di Bergamo | siglato Protocollo Zeus tra CIPM e Questura il 2 febbraio 2021

"Si tratta di un progetto che focalizza l'attenzione non solo sulle vittime di violenza di genere ma anche sulle figure degli stalker, dei maltrattanti e, per la prima volta, dei cyberbulli minorenni, avviandoli, a seguito della notifica di ammonimento del questore, ad un percorso rieducativo" ricorda l'Eco di Bergamo.

Il Protocollo, già attivo a Milano, Mantova e Cagliari, prevede infatti l’introduzione, nei decreti di ammonimento per stalking, maltrattamenti e cyberbullismo(cosiddetti “reati sentinella”), di un percorso trattamentale per gli autori di tali condotte al fine di interrompere una rischiosa escalation.

"Riuscire a valorizzare lo strumento dell'ammonimento - spiega il dottor Giulini - con un'integrazione tra sicurezza e trattamento con psicologi e criminologi è il modo migliore per dare risposte efficaci sulla prevenzione", come suggerito anche dai dati rilevati dall'applicazione del protocollo sul territorio milanese.

 


Questura di Bergamo e CIPM siglano il “Protocollo Zeus”

Questura di Bergamo e CIPM siglano il “Protocollo Zeus”

Il Dott. Paolo Giulini, Presidente CIPM, e il Questore Maurizio Auriemma della Questura di Bergamo, hanno siglato ieri, 2 febbraio 2021, il "Protocollo Zeus" in materia di cyberbullismo, atti persecutori e violenza domestica, con durata fino al 31 dicembre 2021.

"Il progetto mira ad intervenire precocemente sui fenomeni di violenza, quando ancora le condotte non sono penalmente rilevanti, al fine di interrompere l’attivazione di una rischiosa escalation. L’attenzione è allora rivolta anche agli autori delle relative condotte, attraverso l’introduzione nei decreti di ammonimento del Questore della cd “ingiunzione trattamentale” attraverso l’attivazione di un percorso rieducativo che porti alla comprensione del disvalore sociale della condotta e ad una miglior gestione delle emozioni. Non è possibile obbligare il soggetto, ma ignorare tale richiesta potrà essere presa in considerazione dall’Autorità di Pubblica Sicurezza per l’eventuale adozione di una misura di prevenzione a suo carico" specifica la Questura di Bergamo.