Violenza di genere: intervista al Dott. Giulini | Archè

“Quando si parla di violenza di genere, sono due gli atteggiamenti prevalenti: o si minimizza la gravità di quanto accaduto o ci si concentra solo sulla vittima. L’impegno del CIPM invece sembra arrivare prima, con la prevenzione, e dopo, con il recupero degli autori della violenza” si legge nell’introduzione all’intervista realizzata da Archè al Dott. Paolo Giulini, criminologo clinico e Presidente CIPM, per approfondire il tema della violenza di genere nell’ambito del trattamento degli autori.

“(…) da parte dell’autore manca spesso una presa di coscienza della gravità e della lesività dei suoi comportamenti. E ciò si manifesta nella tendenza a spostare la responsabilità di quanto successo sulla vittima stessa, favorendo così anche una reiterazione degli stessi atti violenti” spiega il Dott. Giulini.

E prosegue: “Una volta che  qualcuno entra nel campo del trattamento, noi continuiamo a occuparcene e chiediamo non tanto la disposizione al cambiamento quanto l’impegno e la disposizione al trattamento. Non siamo lì per cambiare qualcuno, quanto per assicurare la messa in sicurezza di chi con questa persona ha e avrà a che fare. E ciò accade a partire da una piena presa di coscienza dei danni che l’autore ha causato e può causare. Siamo lì ad aiutare queste persone (…) a ricostruire un senso della loro vita, a partire dalle loro fragilità, nella speranza di favorire un maggior benessere nelle loro relazioni interpersonali. A beneficio, anche e soprattutto, della sicurezza delle vittime.”

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