“Fine lockdown e violenza, perchè?” | CIPM Piemonte sul Corriere di Novara


In merito alla violenza che sta esplodendo con la fine del lockdown e all’abuso di sostante alcoliche, la Dott.ssa Paola Maggiori del CIPM Piemonte, recentemente costituito, afferma: <<La chiusura forzata di tante attività sociali per la pandemia, il prolungamento di limitazioni senza un fine certo ha innalzato il livello di stress e ansia generando in tutti un alto livello di insofferenza, incertezza e insicurezza che hanno indotto nelle persone una minore tolleranza alle frustrazioni. Gli individui con poche strategie relazionali (…) e con il bisogno di avere conferme all’immagine di sè da parte degli altri, vivono come sfide le situazioni di confronto o che ritengono siano tali. Quindi il bisogno di affermare se stessi ed essere riconosciuti si traduce nell’interpretare l’atteggiamento degli altri (…) come un tentativo di prevaricazione che non può essere accettato e che (…) richiede una risposta conflittuale per non sentirsi inferiori nella scala gerarchica sociale. La rabbia accumulata per le limitazioni patite è difficile da elaborare e può essere espressa con migliore gratificazione (…) se trova un bersaglio specifico (…). L’alcool in tal senso è un alleato che anestetizza il pensiero e disinibisce. Molti hanno bisogno di un capro espiatorio (…) che (…) possa essere il bersaglio del risentimento accumulato, basta un pretesto anche fittizio”>>.

E prosegue: <<Un nemico ci rende più facile la gestione della frustrazione perchè ci dà una direzione precisa per sfogarla>>.