La violenza domestica ai tempi dell’emergenza COVID-19

“La peculiarità delle équipe del Cipm – a Piacenza come in tutta la penisola – è (…) di lavorare non solo sul fronte delle vittime, ma anche dei maltrattanti. Lo fanno con progetti in carcere, su segnalazione dei Servizi sociali e della Questura o su richiesta degli stessi uomini che hanno perseguitato mogli, compagne, ex. Segnalazioni che l’emergenza sanitaria ha reso più difficoltose. È l’altra faccia della medaglia del calo di chiamate ai centri anti-violenza” ricorda Il Nuovo Giornale.

“A febbraio avevamo appena preso contatto con tre persone con cui avviare un percorso, ma adesso è tutto bloccato (…) Noi siamo sempre aperti per accogliere nuove persone e continuiamo i colloqui in videochiamata con chi già seguivamo. Per fortuna non abbiamo casi ad altissimo rischio, perché la maggioranza dei nostri utenti non abita più con la vittima, tuttavia c’è bisogno di monitorare da vicino i loro comportamenti. Anche per questo abbiamo lasciato i nostri numeri personali: in caso di urgenza, c’è bisogno di un contatto diretto. Al tempo stesso, vogliamo studiare una modalità di accompagnamento per il futuro, non sapendo quando l’emergenza finirà” ha spiegato la Dott.ssa Silvia Merli, Presidente del CIPM Emilia. E prosegue: “In alcune situazioni, dove la corda era già tirata, il fatto di restare fuori casa tutto il giorno per lavoro costituiva una sorta di via fuga. Oggi il rischio che la tensione sfoci in aggressività è reale”

L’indagine esplorativa del CIPM

Il gruppo di ricerca del CIPM sta conducendo un’indagine esplorativa finalizzata a sondare, in tempo di pandemia, le modalità di gestione della conflittualità nelle relazioni domestiche. “Costretti in casa, tutti ci sentiamo le ali tarpate: il nostro desiderio è far emergere criticità e fatiche, andando a scoprire le pieghe in cui si può sviluppare la violenza e su cui occorre intervenire in anticipo. Le risposte ci aiuteranno a migliorare, in ottica preventiva, le nostre strategie ed azioni” ha ricordato a Il Nuovo Giornale la Dott.ssa Susanna Murru, Presidente CIPM Sardegna.

“Ho avuto la possibilità di dire come mi sentivo, senza che nessuno volesse propormi una soluzione o mi dicesse che sta peggio di me”

“È solo uno dei feedback delle oltre 3.300 persone che – dal 3 aprile ad oggi – hanno accettato di partecipare, in via del tutto anonima, all’indagine promossa sul territorio nazionale dal Cipm (…)” afferma Il Nuovo Giornale. 

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