RigenerAzione Urbana: piante al posto dei rifiuti con la partecipazione del CIPM Sardegna

RigenerAzione Urbana: il progetto sociale con la partecipazione del CIPM Sardegna

"La rivolta di Sant'Elia contro il degrado e la sporcizia parte dagli abitanti, cioè da chi è costretto ogni giorno a convivere (...) con cumuli di rifiuti sparsi nelle strade e scene di spaccio sotto le finestre di casa" si legge nell'articolo di Massimo Ledda dedicato al progetto sociale RigenerAzione Urbana. La rivolta parte così dai residenti: "ultimato il lavoro di raccolta della spazzatura e di bonifica delle sterpaglie, sono state messe a dimora le prime piantine [che] hanno preso il posto delle carcasse di motorini bruciati e dei bastoni di plastica colmi di immondizia".

Il progetto è cofinanziato dalla Fondazione Carlo Enrico Giulini e promosso, tra le altre realtà, anche dal CIPM Sardegna.

Guarda l’interessante video realizzato da Unione Sarda cliccando qui.

 


Io dentro io fuori: "Buttare la chiave? La sfida del trattamento per gli autori di reati sessuali" con Francesca Garbarino

"Buttare la chiave? La sfida del trattamento per gli autori di reati sessuali" | Lecce, 24 gennaio 2020

Nell'ambito del percorso "Io dentro io fuori", un percorso di pratiche filosofiche in tema di politiche di genere, la Dott.ssa Francesca Garbarino, criminologa e Vice Presidente CIPM, presenta il libro "Buttare la chiave? La sfida del trattamento per gli autori di reati sessuali", di cui è co-autrice. La Dott.ssa Garbarino lavora da anni nell'ambito dell'intervento trattamentale con uomini maltrattanti e sex offender, sia presso l'Unità di Trattamento Intensificato per autori di reati sessuali della Casa di Reclusione di Milano-Bollate, sia sul territorio presso il Presidio Criminologico Territoriale del Comune di Milano. Il libro presenta i fondamenti teorici e la struttura del trattamento, che si pone come principali obiettivi la prevenzione della recidiva e la garanzia di una maggiore sicurezza sociale, promuovendo in primis una riflessione critica sul reato.


Speciale TG1 "Ogni 72 ore"

Speciale TG1 "Ogni 72 ore"

All'interno dello Speciale TG1 "Ogni 72 ore" di Enrica Majo il Dott. Paolo Giulini e la Dott.ssa Francesca Garbarino, criminologi e, rispettivamente, Presidente e Vice Presidente del CIPM, raccontano il lavoro trattamentale con uomini maltrattanti e sex offender.

Rispetto a queste persone, la Dott.ssa Garbarino ha ricordato: “E' difficile fare un profilo di personalità degli uomini violenti, anzi forse è fuorviante, nel senso che rischia di portarci a una categorizzazione (…) e quindi a dire "è altro da me, è altro da noi" e quindi non porta ad affrontare il problema, ma ad allontanarlo”.

"Spesso queste persone hanno subito delle condizioni, non sempre traumatiche, ma (...) disfunzionali, nella loro storia evolutiva. Incontriamo persone che sicuramente hanno avuto un’infanzia non protetta e dunque si tratta di lavorare su questi aspetti. È un lavoro lungo, richiede un intervento di sistema ed è quello che stiamo cercando di fare" afferma il Dott. Giulini, sottolineando così la necessità di prevedere programmi di intervento sia in carcere sia sul territorio: "Si tratta di strutturare dei programmi di intervento trattamenti sia in carcere dedicati a imputati e condannati sia per reati sessuali sia per reati di violenza domestica o atti persecutori e dare la possibilità sul territorio di un servizio che possa far continuare queste persone in un lavoro trattamentale durante la pena o a fine della pena oppure far lavorare delle persone sulla loro questione violenta anche indipendentemente da una condanna", su base volontaria.

Il servizio porta anche la testimonianza di Giuseppe, un uomo che ha frequentato l'Unità di Trattamento Intensificato presso la II Casa di Reclusione di Milano-Bollate dopo esser stato condannato per aver commesso una violenza sessuale nei confronti di una ragazza poco più che maggiorenne. "Questa frequentazione all’inizio ha avuto i canoni di una normale frequentazione. Per mettere in pratica alcuni atteggiamenti devi acquistare la fiducia. Accordo di vedersi a casa mia e c’è il rifiuto. Allora a questo punto arriva la minaccia (…) con una pistola (...). È chiaro che di fronte a una situazione di questo genere oggi penso a delle cose che non potevo assolutamente pensare a quel tempo altrimenti non le avrei commesse. (...) L’altro era un mezzo per raggiungere uno scopo".

Ricordando il percorso trattamentale intrapreso afferma: "Mi sono messo a lavorare all’interno di un’equipe trattamentale per due anni, dove si fa una revisione critica di ciò che l’indiviudo ha commesso, cercando di capirne le motivazioni, gli atteggiamenti (…) non se ne esce completamente (…). Il percorso non finisce con la fine della carcerazione. Qualora io dovesse sentirmi in difficoltà o avere dei segnali premonitori, so dove rivolgermi".

Altra testimonianza è quella di Mario, maltrattante, che  racconta la sua storia dall'infanzia al futuro. 

"Inizialmente c'erano delle liti molto banali [si riferisce alla compagna], (...) alla fine si passa poi alla violenza (...) lei si arrabbiava poi mi menava, io la allontanavo fino a quando una volta l'ho spinta sul letto, lei era già incinta (...) lei lì mi minacciò e mi disse che mi avrebbe lasciato (...) Quando lei mi picchiava non facevo niente perchè comunque ho visto mia mamma che aveva sofferto appunto delle violenze da parte di mio padre e allora io, ricordando la sofferenza di mia mamma, cercavo di evitare queste cose qua perchè se no mi sarei comportato uguale a mio padre ed è una cosa che non ho mai voluto (...). Ho cercato di non fare come faceva mio papà perchè io la sofferenza di mia mamma me la ricordo". "(...) ho scoperto di essere malato di rabbia (...) sono arrivato oltre, ho messo le mani al collo. Lì mi sono reso conto che c'era effettivamente qualcosa che non andava perchè mi ero comportato appunto come faceva mio papà"

E raccontando la sua infanzia ricorda: "Quando ero piccolo sono stato abusato da un ragazzo che era molto più grande di me, aveva 10 anni in più di me, io ne avevo 5. Sono stato abusato sessualmente e infatti questa cosa qui ha inciso molto nella mia vita perchè.. ora poi ho compreso, dopo tante sedute e tanti anni, perchè comunque sono in cura dal 2014 con una psicologa (...) ho imparato a convivere con me stesso. Non si cambia, ma semplicemente si migliora. (...) Ho un buon lavoro, mio figlio (...) sta crescendo, mi ama e sto facendo il possibile per creare poi un rapporto con lui che sia sano"

Infine, in merito al Protocollo Zeus, Alessandra Simeone, Direttrice della Divisione anticrimine della Questura di Milano, ha affermato che "(...) per aiutare a 360° la donna [dobbiamo] necessariamente agire attraverso la rieducazione del maltrattante. Molto spesso le donne (...) sono legate da un rapporto stretto, purtroppo, al loro carnefice (...) sono ambivalenti. Abbiamo avuto l'idea di far seguire all'ammonimento del questore, che è una misura di prevenzione che viene adottata nei casi di stalking, maltrattamenti e cyber bullismo previsti dalla legge, un progetto di  rieducazione, un percorso trattamentale per i soggetti ammoniti", percorso che viene avviato proprio presso il CIPM. Come ricorda il Dott. Paolo Giulini, questo lavoro di prevenzione non solo ha dato risultati incoraggianti, ma è fondamentale in quanto, studi effettuati nella criminologia americana, riportano che il 76% delle donne che sono state uccise avevano in precedenza segnalato degli atti persecutori.

Per vedere l'intera puntata, clicca qui.


Università Bicocca: lezione del Dott. Giulini durante il CORSO di Alta Formazione sull’Esecuzione delle pene e le Misure di Sicurezza

Il Dott. Paolo Giulini interverrà come docente all'interno della lezione del 24 gennaio 2020 del CORSO di Alta Formazione sull’Esecuzione delle pene e le Misure di Sicurezza dell'Università Bicocca di Milano. Affronterà in particolare il tema del trattamento in carcere per i sex offender.


Formazione “Presa in carico e trattamento del maltrattante e del reo sessuale” con ASST Valtellina e Alto Lario

“Presa in carico e trattamento del maltrattante e del reo sessuale”

Il Dott. Paolo Giulini, la Dott.ssa Francesca Garbarino, la Dott.ssa Laura Emiletti e la Dott.ssa Sabina Rapella parteciperanno alla formazione dell'ASST Valtellina e Alto Lario relativa alla presa in carico e al trattamento del maltrattante e del reo sessuale. La formazione si terrà presso l’aula magna dell’Ospedale di Sondrio nei seguenti giorni:

  • 14 e 23 gennaio 2020
  • 12 e 19 febbraio 2020. Il modulo formativo riguarderà l'intervento clinico criminologico integrato e particolare attenzione sarà dedicata ai seguenti temi: la costruzione del campo del trattamento: dimissioni e continuità della presa in carico tra interno ed esterno; la valutazione del rischio; la costruzione della rete territoriale; nuovi strumenti giudiziari di contenimento; casi clinici ed esercitazioni pratiche

 

 


CIPM Lazio

Il CIPM è lieto di annunciare la costituzione della sede del CIPM Lazio con Presidente la Dott.ssa Carla Maria Xella, psicologa e psicoterapeuta esperta nel trattamento dei sex offender e autrice del libro "Buttare la chiave?" insieme al Dott. Paolo Giulini, criminologo clinico e Presidente CIPM.

 


Si può prevenire la violenza di genere? il protocollo Zeus a Radiopopolare

"(...) come prevenire la violenza di genere? Innanzitutto, prendendo in carico le segnalazioni prima che diventino reati penali e provare a intervenire. Due gli strumenti: l’ammonimento del Questore per chi mette in atto comportamenti molesti o violenti, fisici o psicologici, e il protocollo Zeus, ovvero un tentativo di trattare la persona ammonita perché provi a mettersi in discussione" si legge all'interno dell'interessante articolo di Radiopopolare dedicato al Protocollo Zeus.

E prosegue: "Lo strumento identificato dal legislatore per prevenire la violenza di genere prima che sia troppo tardi è da qualche anno l’ammonimento anche per i maltrattamenti in famiglia e mette sullo stesso livello la segnalazione della vittima e quella di qualsiasi altra persona. Può farlo chiunque, con la garanzia dell’anonimato nell’ambito delle fasi del procedimento amministrativo (...) E adesso che abbiamo ammonito l’uomo, cosa succede nella vita reale? (...) La Questura di Milano, prima in Italia (...) ha fatto un protocollo con il [CIPM] (...) e ha stabilito che tutti i soggetti ammoniti per stalking, violenza di genere e cyber bullismo dopo l’ammonimento svolgano un percorso di recupero trattamentale in questo centro" in un'ottica di prevenzione di una pericolosa escalation.

Paolo Giulini, Presidente CIPM, ha spiegato che, durante i colloqui, criminologi e psicologi lavorano per aiutare le persone a riflettere sulle loro fragilità e sulle conseguenze lesive delle proprie azioni.

Rispetto ai risultati, Paolo Giulini ha inoltre affermato: "Abbiamo avuto 213 invii per l’ammonimento e di questi 170 sono state le persone che si sono presentate, pur non essendo obbligate a farlo. Abbiamo una statistica interessante del 79% dell’efficacia di presentazione. Delle persone presentate – questo è un fattore importante per noi criminologi perchè poi noi dobbiamo lavorare sulla prevenzione della recidiva e sulla gestione delle situazioni di pericolosità che si è manifestata – sono 17 le persone che hanno reiterato le condotte per le quali sono state ammonite. (...) Se solo il 10% ricade in un comportamento molesto, il protocollo funziona e per questo verrà esteso a tutte le questure del Paese".

Per leggere l'intero articolo, clicca qui.


Violenza di genere: final meeting del progetto europeo STEP4GBV

Si è tenuto nel mese di dicembre il final meeting del progetto europeo STEP4GBV (supporto, formazione e scambio di prassi per la violenza di genere), co-finanziato dall’Unione Europea – Programma Diritti, Uguaglianza e Cittadinanza (REC) e attivo da gennaio 2018. Per il CIPM hanno partecipato al final meeting, a Cipro, la Dott.ssa Laura Emiletti e la Dott.ssa Benedetta Rho.

Il progetto mira a migliorare le competenze dei professionisti coinvolti nel sostegno alle vittime della violenza di genere e nel trattamento degli autori attraverso attività che favoriscano il confronto tra esperienze diverse e lo scambio di conoscenze e buone prassi, affinché sia potenziata la possibilità di identificare e rispondere ai bisogni delle vittime e sia reso più efficace l’intervento con gli autori.

L’associazione capofila del progetto è Association for Prevention and Handling of Violence in the Family – APHVF (Nicosia, Cipro), i partner sono: Enoros Consulting Ltd (Nicosia, Cipro);Centro Italiano per la Promozione della Mediazione – CIPM (Milano, Italia), Polizia di Cipro (Nicosia, Cipro); Diaconia of the ECCB The Centre of Christian Help in Prague (Praga, Repubblica Ceca); I Diritti Civili Nel 2000 –  Salvamamme (Roma, Italia), Demetra Association (Burgas, Bulgaria).

Clicca qui per visitare la pagina Facebook del progetto

 


RINNOVATO IL PROTOCOLLO ZEUS TRA QUESTURA DI MILANO E CIPM

RINNOVATO IL PROTOCOLLO ZEUS TRA QUESTURA DI MILANO E CIPM | 13 dicembre 2019

"Originariamente, il protocollo era stato sottoscritto il 4 aprile 2018 ed è stato il primo progetto sul territorio nazionale che ha focalizzato l’attenzione non solo sulle vittime di violenza di genere, ma anche sulle figure degli stalker, dei maltrattanti e dei cyber bulli minorenni, avviandoli, in seguito alla notifica di un ammonimento del Questore nei loro confronti, ad un percorso rieducativo trattamentale finalizzato ad apprendere le corrette modalità di gestione delle emozioni ed a comprendere pienamente il disvalore penale e sociale delle condotte sopra descritte" afferma la Questura di Milano nei giorni del rinnovo, fino al 31 Dicembre 2022, del Protocollo Zeus tra la Questura di Milano e il CIPM.

"Nel corso dei quasi due anni in cui il Protocollo è stato in vigore (...), l’80% [dei soggetti ammoniti] si è presentato ai colloqui con i professionisti del CIPM (...) ed ha avviato così un percorso di recupero" si legge all'interno del comunicato stampa relativo al rinnovo del protocollo. Inoltre, solamente una bassissima percentuale di questi soggetti, circa il 6%, ha continuato a porre in essere condotte violente o persecutorie, che hanno portato, a seconda delle situazioni, ad arresti in flagranza o a disposizioni di misure cautelari da parte dell'Autorità Giudiziaria, come il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, gli arresti domiciliari o la custodia cautelare in carcere.

Focus sui risultati del solo anno 2019, presentati in data 13 dicembre 2019

In considerazione dei risultati ottenuti dal Protocollo Zeus, iniziative analoghe, ad esso ispirate, stanno vedendo la luce in diverse Questure d’Italia, promuovendo la costruzione di un sistema di prevenzione "in cui le vittime di violenza possono rivolgersi con fiducia alla Polizia di Stato ed alle altre Istituzioni impegnate quotidianamente sul fronte della sicurezza".

Leggi il comunicato stampa, cliccando qui.

Ha parlato del rinnovo del protocollo Zeus anche TGR Lombardia:clicca qui.

Hanno parlato del rinnovo del protocollo Zeus diverse testate giornalistiche:

Articolo su Il Corriere dedicato al rinnovo del Protocollo Zeus

 

Articolo su Il Giornale dedicato al rinnovo del Protocollo Zeus

 

Articolo su La Repubblica dedicato al rinnovo del Protocollo Zeus

Lo stupratore in terapia: «Io, rovinato dalla pornografia, poi convinto da mia figlia» - Corriere della Sera

«Passavo ore al computer, di sera, al buio. Avevo una dipendenza compulsiva da pornografia. Chattavo e irretivo. Cercavo donne da sottomettere, in una necessità che mi arrivava dal profondo. Oggi dico che la mia perversione ha raggiunto derive irrispettose, indicibili, violente. Egoista assoluto, non avevo alcuna considerazione per l’altro» ha affermato Stefano, 55 anni, autore di un reato sessuale, separato, ex manager di azienda, padre di due figlie poco più che ventenni, ricostruendo la propria storia.

E aggiunge: «Penso che non mi sentirò mai sicuro. Chiedo di essere seguito ancora, il più possibile, anche se ho finito di scontare la mia pena e ho fatto un lunghissimo percorso (...) Tutti abbiamo un pozzo nero, un abisso che dobbiamo saper riconoscere e gestire. Ho imparato che la responsabilità della scelta è sempre in capo a noi. La svolta è quando smetti di minimizzare, di dire che è colpa di altri. Chi sostiene che la vittima provocava con la minigonna, non ha capito niente».

«[Nella relazione] Godevo della posizione dominante (...)». Un paio di incontri spinti al limite del sadismo, l’aut aut di lei, lo spergiuro («non accadrà più») e invece il terzo appuntamento scivolato nell’abisso. Torture, imposizione, minacce, violenza sessuale. «Lei, che aveva pochi anni più delle mie figlie, ha trovato la forza di denunciarmi», dice oggi Stefano. (Corriere della Sera, Milano)

Mentre era in carcere la figlia minore ha scoperto i percorsi per sex offender attuati dal CIPM e ha convinto il padre a prendervi parte. Stefano viene così trasferito all'Unità di Trattamento Intensificato della II Casa di Reclusione di Milano-Bollate per partecipare all'annualità di trattamento.

È un progetto che produce risultati rilevanti (tasso di recidiva del 4 per cento, contro il 50 per cento senza trattamento), eppure dal 2005 a oggi ha ricevuto solo piccoli finanziamenti spot. «Cerchiamo di sopravvivere con quei fondi e non è semplice - ammette Giulini -. Bisogna prendersi cura di chi viene violato e c’è anche la necessità di comprendere e recuperare chi abusa, per riportare all’umanità quegli individui e per la stessa sicurezza sociale». (Corriere della Sera, Milano)

Oggi Stefano è uscito dal carcere, mantiene i contatti con l’équipe nel Presidio Criminologico Territoriale del Comune di Milano e si espone con coraggio in prima persona per raccontare la sua storia.

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