CIPM Lazio

Il CIPM è lieto di annunciare la costituzione della sede del CIPM Lazio con Presidente la Dott.ssa Carla Maria Xella, psicologa e psicoterapeuta esperta nel trattamento dei sex offender e autrice del libro "Buttare la chiave?" insieme al Dott. Paolo Giulini, criminologo clinico e Presidente CIPM.

 


Si può prevenire la violenza di genere? il protocollo Zeus a Radiopopolare

"(...) come prevenire la violenza di genere? Innanzitutto, prendendo in carico le segnalazioni prima che diventino reati penali e provare a intervenire. Due gli strumenti: l’ammonimento del Questore per chi mette in atto comportamenti molesti o violenti, fisici o psicologici, e il protocollo Zeus, ovvero un tentativo di trattare la persona ammonita perché provi a mettersi in discussione" si legge all'interno dell'interessante articolo di Radiopopolare dedicato al Protocollo Zeus.

E prosegue: "Lo strumento identificato dal legislatore per prevenire la violenza di genere prima che sia troppo tardi è da qualche anno l’ammonimento anche per i maltrattamenti in famiglia e mette sullo stesso livello la segnalazione della vittima e quella di qualsiasi altra persona. Può farlo chiunque, con la garanzia dell’anonimato nell’ambito delle fasi del procedimento amministrativo (...) E adesso che abbiamo ammonito l’uomo, cosa succede nella vita reale? (...) La Questura di Milano, prima in Italia (...) ha fatto un protocollo con il [CIPM] (...) e ha stabilito che tutti i soggetti ammoniti per stalking, violenza di genere e cyber bullismo dopo l’ammonimento svolgano un percorso di recupero trattamentale in questo centro" in un'ottica di prevenzione di una pericolosa escalation.

Paolo Giulini, Presidente CIPM, ha spiegato che, durante i colloqui, criminologi e psicologi lavorano per aiutare le persone a riflettere sulle loro fragilità e sulle conseguenze lesive delle proprie azioni.

Rispetto ai risultati, Paolo Giulini ha inoltre affermato: "Abbiamo avuto 213 invii per l’ammonimento e di questi 170 sono state le persone che si sono presentate, pur non essendo obbligate a farlo. Abbiamo una statistica interessante del 79% dell’efficacia di presentazione. Delle persone presentate – questo è un fattore importante per noi criminologi perchè poi noi dobbiamo lavorare sulla prevenzione della recidiva e sulla gestione delle situazioni di pericolosità che si è manifestata – sono 17 le persone che hanno reiterato le condotte per le quali sono state ammonite. (...) Se solo il 10% ricade in un comportamento molesto, il protocollo funziona e per questo verrà esteso a tutte le questure del Paese".

Per leggere l'intero articolo, clicca qui.


Violenza di genere: final meeting del progetto europeo STEP4GBV

Si è tenuto nel mese di dicembre il final meeting del progetto europeo STEP4GBV (supporto, formazione e scambio di prassi per la violenza di genere), co-finanziato dall’Unione Europea – Programma Diritti, Uguaglianza e Cittadinanza (REC) e attivo da gennaio 2018. Per il CIPM hanno partecipato al final meeting, a Cipro, la Dott.ssa Laura Emiletti e la Dott.ssa Benedetta Rho.

Il progetto mira a migliorare le competenze dei professionisti coinvolti nel sostegno alle vittime della violenza di genere e nel trattamento degli autori attraverso attività che favoriscano il confronto tra esperienze diverse e lo scambio di conoscenze e buone prassi, affinché sia potenziata la possibilità di identificare e rispondere ai bisogni delle vittime e sia reso più efficace l’intervento con gli autori.

L’associazione capofila del progetto è Association for Prevention and Handling of Violence in the Family – APHVF (Nicosia, Cipro), i partner sono: Enoros Consulting Ltd (Nicosia, Cipro);Centro Italiano per la Promozione della Mediazione – CIPM (Milano, Italia), Polizia di Cipro (Nicosia, Cipro); Diaconia of the ECCB The Centre of Christian Help in Prague (Praga, Repubblica Ceca); I Diritti Civili Nel 2000 –  Salvamamme (Roma, Italia), Demetra Association (Burgas, Bulgaria).

Clicca qui per visitare la pagina Facebook del progetto

 


RINNOVATO IL PROTOCOLLO ZEUS TRA QUESTURA DI MILANO E CIPM

RINNOVATO IL PROTOCOLLO ZEUS TRA QUESTURA DI MILANO E CIPM | 13 dicembre 2019

"Originariamente, il protocollo era stato sottoscritto il 4 aprile 2018 ed è stato il primo progetto sul territorio nazionale che ha focalizzato l’attenzione non solo sulle vittime di violenza di genere, ma anche sulle figure degli stalker, dei maltrattanti e dei cyber bulli minorenni, avviandoli, in seguito alla notifica di un ammonimento del Questore nei loro confronti, ad un percorso rieducativo trattamentale finalizzato ad apprendere le corrette modalità di gestione delle emozioni ed a comprendere pienamente il disvalore penale e sociale delle condotte sopra descritte" afferma la Questura di Milano nei giorni del rinnovo, fino al 31 Dicembre 2022, del Protocollo Zeus tra la Questura di Milano e il CIPM.

"Nel corso dei quasi due anni in cui il Protocollo è stato in vigore (...), l’80% [dei soggetti ammoniti] si è presentato ai colloqui con i professionisti del CIPM (...) ed ha avviato così un percorso di recupero" si legge all'interno del comunicato stampa relativo al rinnovo del protocollo. Inoltre, solamente una bassissima percentuale di questi soggetti, circa il 6%, ha continuato a porre in essere condotte violente o persecutorie, che hanno portato, a seconda delle situazioni, ad arresti in flagranza o a disposizioni di misure cautelari da parte dell'Autorità Giudiziaria, come il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, gli arresti domiciliari o la custodia cautelare in carcere.

Focus sui risultati del solo anno 2019, presentati in data 13 dicembre 2019

In considerazione dei risultati ottenuti dal Protocollo Zeus, iniziative analoghe, ad esso ispirate, stanno vedendo la luce in diverse Questure d’Italia, promuovendo la costruzione di un sistema di prevenzione "in cui le vittime di violenza possono rivolgersi con fiducia alla Polizia di Stato ed alle altre Istituzioni impegnate quotidianamente sul fronte della sicurezza".

Leggi il comunicato stampa, cliccando qui.

Ha parlato del rinnovo del protocollo Zeus anche TGR Lombardia:clicca qui.

Hanno parlato del rinnovo del protocollo Zeus diverse testate giornalistiche:

Articolo su Il Corriere dedicato al rinnovo del Protocollo Zeus

 

Articolo su Il Giornale dedicato al rinnovo del Protocollo Zeus

 

Articolo su La Repubblica dedicato al rinnovo del Protocollo Zeus

Lo stupratore in terapia: «Io, rovinato dalla pornografia, poi convinto da mia figlia» - Corriere della Sera

«Passavo ore al computer, di sera, al buio. Avevo una dipendenza compulsiva da pornografia. Chattavo e irretivo. Cercavo donne da sottomettere, in una necessità che mi arrivava dal profondo. Oggi dico che la mia perversione ha raggiunto derive irrispettose, indicibili, violente. Egoista assoluto, non avevo alcuna considerazione per l’altro» ha affermato Stefano, 55 anni, autore di un reato sessuale, separato, ex manager di azienda, padre di due figlie poco più che ventenni, ricostruendo la propria storia.

E aggiunge: «Penso che non mi sentirò mai sicuro. Chiedo di essere seguito ancora, il più possibile, anche se ho finito di scontare la mia pena e ho fatto un lunghissimo percorso (...) Tutti abbiamo un pozzo nero, un abisso che dobbiamo saper riconoscere e gestire. Ho imparato che la responsabilità della scelta è sempre in capo a noi. La svolta è quando smetti di minimizzare, di dire che è colpa di altri. Chi sostiene che la vittima provocava con la minigonna, non ha capito niente».

«[Nella relazione] Godevo della posizione dominante (...)». Un paio di incontri spinti al limite del sadismo, l’aut aut di lei, lo spergiuro («non accadrà più») e invece il terzo appuntamento scivolato nell’abisso. Torture, imposizione, minacce, violenza sessuale. «Lei, che aveva pochi anni più delle mie figlie, ha trovato la forza di denunciarmi», dice oggi Stefano. (Corriere della Sera, Milano)

Mentre era in carcere la figlia minore ha scoperto i percorsi per sex offender attuati dal CIPM e ha convinto il padre a prendervi parte. Stefano viene così trasferito all'Unità di Trattamento Intensificato della II Casa di Reclusione di Milano-Bollate per partecipare all'annualità di trattamento.

È un progetto che produce risultati rilevanti (tasso di recidiva del 4 per cento, contro il 50 per cento senza trattamento), eppure dal 2005 a oggi ha ricevuto solo piccoli finanziamenti spot. «Cerchiamo di sopravvivere con quei fondi e non è semplice - ammette Giulini -. Bisogna prendersi cura di chi viene violato e c’è anche la necessità di comprendere e recuperare chi abusa, per riportare all’umanità quegli individui e per la stessa sicurezza sociale». (Corriere della Sera, Milano)

Oggi Stefano è uscito dal carcere, mantiene i contatti con l’équipe nel Presidio Criminologico Territoriale del Comune di Milano e si espone con coraggio in prima persona per raccontare la sua storia.

Per leggere l'articolo, clicca qui.


RigenerAzione Urbana: il progetto sociale nel quartiere di Sant'Elia a Cagliari con la partecipazione del CIPM Sardegna

RigenerAzione Urbana: il progetto sociale nel quartiere di Sant'Elia a Cagliari con la partecipazione del CIPM Sardegna

"Un vasto programma di rigenerazione urbana, per rivitalizzare spazi pubblici aperti nonché il patrimonio umano del quartiere di Sant’Elia caratterizzato da marginalità sociale, disoccupazione, violenza e degrado con l’avvio di un incubatore di progettualità per promuovere confronto, progettazione e collaborazione dei suoi abitanti, sia tra loro che con altre aree dell’Europa che stanno intraprendendo lo stesso cammino d’innovazione sociale. È, in estrema sintesi, il nocciolo del progetto RigenerAzione Urbana, cofinanziato dalla Fondazione Con il Sud e dalla Fondazione Carlo Enrico Giulini" si legge nell'articolo di centotrentuno.com dedicato al progetto. Il progetto è promosso, tra le altre realtà, anche dal CIPM SardegnaLeggi l'articolo di centotrentuno cliccando qui. 

"Valorizzare il quartiere di Sant’Elia coinvolgendo i suoi abitanti con le loro idee e la loro partecipazione diretta. È l’obiettivo principale del progetto" sottolinea vistanet.it. E prosegue: "Proseguendo il lavoro già avviato negli ultimi anni dal Comune di Cagliari (...) il progetto intende portare avanti le seguenti iniziative: riqualificazione dei luoghi pubblici aperti, creazione di nuovi luoghi d’incontro, azioni di inclusione, innovazione sociale e resilienza urbana, nuove opportunità formative e di accompagnamento alle micro-imprese sociali, scambio di buone pratiche internazionali; e ancora, attività sociali e servizi alla persona, formazione professionale dei cittadini del quartiere e progetti imprenditoriali ad alto impatto sociale. La prima fase del progetto è durata sei mesi, ed ha visto una serie di azioni sul territorio, valorizzando ciò che già è stato fatto e facendo emergere criticità sulle quali lavorare. I cittadini hanno messo per iscritto sogni, idee, programmi, criticità e possibili soluzioni dalle quali ripartireAzioni concrete, dunque, che favoriscano l’integrazione sociale ed economica dei residenti di Sant’Elia: i progetti di riqualificazione, infatti, li vedranno direttamente coinvolti, creando così opportunità di lavoro in un quartiere con un tasso di disoccupazione del 39%" Leggi l'articolo su vistanet.it cliccando qui.

Guarda l'interessante video realizzato da Unione Sarda cliccando qui.

 

 


Polizia Moderna: risultati positivi per il Protocollo Zeus firmato da CIPM e Polizia di Stato a Milano

"Polizia Moderna", novembre 2019

La Divisione anticrimine della questura di Milano, attraverso il protocollo Zeus, firmato ad aprile 2018 da CIPM e Polizia di Stato, ha aperto la strada al recupero dei maltrattanti in casi di violenza domestica e stalking. "(...) La recente legislazione consente alla vittima (...) di non iniziare immediatamente un procedimento penale ma di poter andare in un ufficio di polizia, esporre i fatti e poter ricorrere allo strumento giuridico dell’ammonimento. Chiaramente la richiesta per essere accolta deve essere valutata attraverso una fase istruttoria che è una vera e propria attività investigativa» ha affermato la dirigente della Divisione anticrimine della questura di Milano, Alessandra Simone. Il legislatore ha inoltre stabilito che non solo la vittima, bensì chiunque, in caso di percosse o lesioni, possa fare la segnalazione chiedendo un ammonimento e mantenendo l'anonimato nell’ambito del procedimento amministrativo. Infine, il soggetto ammonito è invitato a presentarsi presso il CIPM di Milano per iniziare su base volontaria un percorso.

«(...) secondo gli intenti del protocollo d’intesa, [il lavoro del CIPM è teso a favorire] la consapevolezza da parte del soggetto colpito da ammonimento del disvalore sociale, della lesività delle condotte violente e prevaricatorie cercando di prevenirne la reiterazione. Naturalmente siamo consapevoli che queste persone non hanno l’obbligo di presentarsi e non provano alcun desiderio di sostenere dei colloqui con noi, ma al lavoro sulla motivazione siamo abituati dopo tanti anni di esperienza in questo campo. Da noi il soggetto ammonito trova la possibilità di una riflessione, una dimensione di ascolto, di ricostruzione delle vicende sul piano cognitivo ed emotivo che hanno portato la persona a determinati comportamenti" ha affermato il Dott. Paolo Giulini, Presidente CIPM. E prosegue: "Molti soggetti rimangono interdetti quando sono colpiti da ammonimento perché non capiscono che i loro comportamenti sono simili a quelli che potrebbe avere un potenziale carnefice e noi cerchiamo di mettere queste persone di fronte alla sensazione che quello è il limite. (...) Non si tratta di terapia (...) ma di un intervento per ridurre il rischio di escalation di condotte che possono essere qualificate come reati sentinella».

Dall’istituzione del protocollo sono stati 163 i soggetti ammoniti che si sono presentati al CIPM su 207 che erano stati invitati (78%). Inoltre, dei 157 soggetti trattati solo 16 hanno reiterato condotte violente. «Chiaramente per le persone per le quali non è stata sufficiente la prevenzione – continua la dirigente – si propongono misure più gravi come la sorveglianza speciale o l’arresto in fragranza (...)».

Il protocollo sta dando risultati positivi e sia la questura che il CIPM lo stanno portando in Europa per ricercare fondi che permettano di proseguire il progetto su altri territori.

Per leggere l'articolo su "Polizia Moderna", clicca qui.


Boxe-Lab: la boxe come strumento educativo

Il Boxe-Lab appena concluso, è un laboratorio che insegna a gestire la rabbia, a controllare lo stress e a riconoscere e trasformare le emozioni negative. Attraverso una pratica sportiva, che impiega il corpo come mezzo di comunicazione, nasce la possibilità di apprendere regole utili a vivere la competizione e il conflitto in modo non violento. 

Il Boxe-Lab è strutturato in 8 incontri di 1.45 ore, co-condotti da un mediatore dei conflitti e una psicologa dello sport che utilizzano la boxe come strumento educativoIl laboratorio infatti è strutturato in due momenti: il primo si concentra sull’allenamento base e su attivazioni, giochi che permettono di esprimere la propria forza e le proprie emozioni in uno spazio e tempo definito e, quindi, “controllato”; il secondo momento si concentra sulla rielaborazione collettiva dei racconti e delle emozioni emerse durante l’attività fisica precedente. Il gruppo aiuta i ragazzi a sviluppare senso critico, a condividere e a ritrovare rispecchiamento delle proprie emozioni.

Il Laboratorio nasce dalla connessione dell’esperienza educativa con gli adolescenti maturata dalla Cooperativa La Cordata e da quella del CIPM nella gestione dei conflitti e prevenzione dell’escalation di questi in comportamenti devianti.

 


Baby molestatori: CIPM Piacenza

Il CIPM Piacenza, in considerazione dell'abbassamento dell'età degli autori di reati sessuali, i baby sex offender, ha chiesto ufficialmente di poter seguire, oltre agli adulti, anche i minori. In ottica preventiva ha inoltre candidato il progetto Zeus a un bando europeo per estendere il protocollo anche a Piacenza. Si tratterebbe in questo caso di  un percorso innovativo di prevenzione primaria, già attivo a Milano dall'aprile 2018, che prevede, per tutti i soggetti ammoniti per stalking, cyberbullismo e maltrattamenti, un accesso presso il CIPM per "fermarsi prima".


Targa rinnovata per la sede del CIPM Milano

Targa rinnovata per la sede del CIPM Milano:

  • Servizio di mediazione sociale e penale. Il servizio nasce per aiutare i cittadini coinvolti in controversie – anche penali – o in situazioni di conflittualità. Vengono affrontate, ad esempio, situazioni conflittuali riguardanti contesti di vicinato, famigliari, lavorativi, o situazioni connesse a incidenti stradali o reati perseguibili a querela (anche su invio del Giudice di Pace ex art.29 D.P.R.274/2000). La mediazione è un dispositivo che favorisce la ricomposizione del conflitto valorizzando le risorse dei configgenti
  • Servizio di sostegno psicotraumatologico alle vittime di reato. Il servizio interviene con strumenti e strategie multidisciplinari, finalizzate all’ informazione e al supporto psicologico e legale, nei confronti di soggetti coinvolti in situazioni di vittimizzazione e di danno a seguito di reato
  • Presidio criminologico territoriale per il trattamento di autori di reati sessuali e maltrattamenti. Il presidio svolge attività orientata alla prevenzione rivolta a soggetti che hanno compiuto reati violenti a rischio di recidiva o che sono coinvolti in situazioni di conflittualità a rischio di condotte antisociali. Vengono effettuati interventi pluridisciplinari (criminologici, psicologici, socioeducativi ecc) di valutazione, trattamento e monitoraggio dei comportamenti violenti e delle condotte antisociali, interagendo costantemente con le Forze dell’Ordine e con la Magistratura. Nel servizio vengono proposti gruppi di Prevenzione della recidiva per autori di reati sessuali su minori e donne, pedopornografia e maltrattamenti
  • Sportello stalking. Emerge dalle statistiche internazionali come l’attività persecutoria preluda ad una escalazione, spesso prodromica ad un esito omicidiario. Ne consegue la necessità di intervenire preventivamente, con una risposta multidisciplinare e di rete, con un intervento rivolto sia alla vittima che all’autore del reato, in una prospettiva di prevenzione della reiterazione e dell’escalazione delle condotte