Articolo di La Nuova Sardegna

Il Protocollo Zeus, stipulato per la prima volta ad aprile 2018 tra CIPM Milano e Polizia di Stato, è approdato in Sardegna.

I risultati sul territorio meneghino sono stati così positivi da portare sia la Questura sia il CIPM a voler proseguire il progetto su altri territori, tanto che il 12 giugno 2020 il CIPM Sardegna e la Questura di Cagliari hanno stipulato il medesimo Protocollo Zeus. Il Protocollo prevede l’introduzione, nei decreti di ammonimento per stalking, maltrattamenti e cyberbullismo, di un percorso trattamentale per gli autori, finalizzato a interrompere l’attivazione di quella che potrebbe trasformarsi in una drammatica escalation.

<<In sostanza, spiega la Questura, “i soggetti ai quali viene notificato l’ammonimento del Questore per atti persecutori e violenza domestica potranno, quindi, rivolgersi al CIPM per intraprendere un percorso finalizzato al miglioramento della gestione delle emozioni e del controllo dei propri impulsi”>> ricorda l’Unione Sarda.

Sebbene l’ammonito non sia obbligato a presentarsi al colloquio, la sua mancata partecipazione viene segnalata alla Polizia, che, se lo riterrà opportuno, potrà intervenire applicando misure di prevenzione più severe.

Il Protocollo, pur prevedendo in primis la presa in carico degli autori delle condotte lesive, non dimentica la parte offesa. Al centro del Protocollo rimangono infatti la tutela della persona offesa e la riparazione del danno a lei arrecato in quanto la presa in carico dell’autore è volta principalmente a evitare che le condotte già messe in atto possano essere reiterate. L’obiettivo del Protocollo è quindi quello di aiutare gli autori a “fermarsi prima” per tutelare le vittime e la società. Allo stesso tempo, proprio per sostenere a 360° i soggetti offesi, per lo più di genere femminile, il Protocollo prevede la possibilità per la parte istante di accedere gratuitamente a colloqui psicologici con il CIPM. Si tratta in questo caso non di un obbligo, ma di un’opportunità che viene offerta alla persona perfarsi carico della sofferenza generata dalla condotta lesiva.