Una casa dove si rieducano gli uomini che maltrattano le donne


“Educare alla convivenza, al rispetto delle regole, alla equa ripartizione delle faccende domestiche, alla cura dei figli. Consentendo alle donne che hanno subito violenza di restare nelle proprie case e nei propri spazi. Senza per forza fuggire da chi le ha maltrattate, mantenendo le proprie abitudini e individualità, anche insieme ai bambini” introduce la Repubblica in riferimento al progetto “Su un altro piano” di cui il CIPM è capofila.

E prosegue: “Una comunità residenziale per autori di maltrattamenti, per coniugare trattamenti clinico-criminologici di prevenzione della recidiva, lavorando sulle loro abilità sociali e relazionali, e con il supporto in diversi ambiti di vita quali quello lavorativo e di integrazione. La struttura si trova nella zona ovest di Milano, ospita cinque posti letto (…). [il progetto] È partito a novembre con la formazione di operatori ed educatori, ma i primi ospiti sono entrati all’inizio di quest’anno e da allora sono passate sette persone, tutte entrate spontaneamente. Tra i requisiti per l’accesso (la permanenza è di sei mesi al massimo) ci sono la conoscenza della lingua italiana, l’assenza di dipendenze o di malattie psichiatriche. Anche le condotte, almeno per questo primo progetto “pilota”, non devono essere state particolarmente gravi. Gli obblighi sono molti: la partecipazione a colloqui settimanali e a percorsi trattamentali di gruppo con criminologi ed educatori”

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