“I dati ci dicono che apparentemente [i reati di violenza domestica] sono calati del 43% (…), ma sappiamo bene che per questo tipo di reati il problema è il sommerso. In questo caso di isolamento forzato anche il sommerso aumenta, aumenta perchè sono reati che sono facilitati dalle situazioni di crisi, (…) sono commessi da persone che presentano una particolare vulnerabilità e (…) una difficoltà a far fronte alla crisi: pensiamo alla perdita del lavoro …e all’isolamento” afferma la Dott.ssa Francesca Garbarino, criminologa clinica e vice-presidente CIPM, ai microfoni di Radio Marconi.

In questo momento l’isolamento è un fattore di rischio particolarmente rilevante per le vittime in quanto queste ultime si trovano nella necessità di proteggere se stesse, e in alcuni casi i figli, non solo dal virus, ma anche dai maltrattamenti, in un momento in cui l’aggressore non solo ha il pieno controllo su di loro, ma tende anche a passare all’atto più facilmente pur di cercare di gestire in qualche modo il momento di crisi. La Dott.ssa Garbarino evidenzia perciò un apparente calo dei reati al quale in realtà corrisponderebbe un aumento certo.

 

 

In un momento così delicato è doveroso ricordare che sia le vittime sia gli autori possono chiedere aiuto. Il CIPM, infatti, offre sia un Servizio psicotraumatologico per vittime di reato sia un Servizio dedicato al trattamento dei rei, il Presidio Criminologico Territoriale del Comune di Milano, che continua a effettuare gruppi di trattamento online per i rei durante i quali i partecipanti riportano le loro difficoltà attuali e raccontano i rischi che sentono di correre. “E’ importante che un terzo [in questo caso il professionista] entri in questo isolamento in cui le persone si trovano” sottolinea la Dott.ssa Garbarino.

Ecco come chiedere aiuto:

  • la vittima può chiedere aiuto recandosi in Questura o nei centri anti-violenza
  • chiunque, anche un vicino di casa, in forma protetta e tutelata, può segnalare alla Questura una situazione a rischio caratterizzata da segnali quali per esempio percosse: grazie al Protocollo Zeus, firmato tra CIPM e Questura di Milano, una volta effettuate le opportune verifiche, la Questura potrà procedere ad ammonire il soggetto e ad inviare quest’ultimo ai servizi del CIPM (attualmente attivi telefonicamente) per scongiurare la commissione di ulteriori atti violenti
  • l’autore e la vittima possono chiedere aiuto attraverso il numero del Comune di Milano (020202) che li metterà in contatto con i professionisti del “Servizio per le emergenze psicologiche e relazionali da Covid-19”, operatori clinici del CIPM, gratuitamente

Ascolta qui l’intervento della Dott.ssa Garbarino, dal min 35 del podcast di venerdì.